Sabato, 17 Febbraio 2024 20:57

Quel curioso dolmen di Avola

Published in Archeoreportage

Quando si parla di dolmen in genere si pensa ad  alcuni celebri siti preistorici megalitici del centro Europa o in Gran Bretagna, sebbene alcuni dolmen siano presenti anche in Italia. Sembra un po' distante da questi contesti invece la collocazione di dolmen in Sicilia. Eppure, percorrendo la SS115, a breve distanza dall'ingresso dellacittà di Avola, un cartello stradale ci indica la presenza di un dolmen.

FB dolmen avola 0672m

Con dolmen (spesso chiamati anche cromlech) si intendono delle strutture megalitiche, ciòè composte da massi di dimensioni enormi, caratterizzate da due o più lastre verticali, infisse nel terreno ed una lastra orizzontale di copertura. Si viene in tal modo a creare una cella circolare o quadrata. Ed effettivamente, seguendo l'indicazione stradale incontriamo una struttura che assomiglia a questa definizione sebbene sostenuta da un più moderno pilastrino. Tale struttura megalitica fu individuata negli anni ’30 del novecento, in nella zona denominata “Borgelluzzo” o contrada Falaride, pochi chilometri prima dell’ingresso nord del comune di Avola. Per la somiglianza con le celebri strutture preistoriche del nord-europa, la struttura venne allora chiamata “Dolmen”. Il dolmen rimase sconosciuto per anni, se non a pochi tecnici del settore che avevano accesso alle relazioni. Trent’anni dopo, a cavallo degli anni ’60 sono finalmente state compiute nuove ricerche sulla costruzione. Tali studi sono stati tempestivi in quanto hanno permesso di porre il vincolo archeologico in una zona già irrimediabilmente compromessa dall’abusivismo edilizio. Ancora oggi il dolmen si trova “soffocato” dalle costruzioni moderne. La struttura si presenta costituita da quattro blocchi monolitici: tre verticali che sostengono un quarto blocco orizzontale a creare una cella. Le opinioni divergono sul fatto che si tratti di una formazione naturale o piuttosto di uno scherzo della natura e se la sovrapposizione dei blocchi di pietra sia casuale e magari dovuta a fenomeni alluvionali. Lo studioso Salvatore Ciancio ha compiuto a tal proposito alcuni studi nei decenni passati, volti a dimostrare il carattere antropico dell’opera e stabilirne una datazione sebbene senza esito per quest'ultimo punto. Diversi archeologi dell'epoca, da Luigi Bernabò Brea a Vinicio GenDolmen di Avolatili e Santi Luigi Agnello non concordavano invece con l'origine antropica. Sul vertice est del dolmen risulta ricavata una fossa rettangolare, secondo Ciancio forse i resti di un altare. Sul un lato sembrano esservi delle “impronte” nel pilastro che potevano facilitare l’accesso superiore. Fu proprio grazie alle ricerche di Ciancio che a cavallo tra gli anni '60 e '70 la struttura ebbe un certo eco mediatico anche sui quotidiani locali che portarono a vari tentativi di valorizzazione. Alcuni studiosi hanno ipotizzato degli allineamenti astronomici della struttura, come spesso è stato riscontrato negli equivalenti dolmen continentali. Per avere conferma certa di tali allineamenti occorrerebbero misure più precise anche se, almeno in apparenza, le bisettrici del monolite superiore sono allineate seguendo gli assi cardinali E-O e N-S.

Se l'origine antropica della struttura è dubbia va però rilevato che senza ombra di dubbi la lastra di copertura è stata lavorata e utilizzata dall'uomo per scopi funerari. Vi sono infatti presenti 10 loculi rettangolari, scavati nella roccia e probabili sepolture per bambini. Solo maggiori studi e magari indagini archeologiche, difficoltose per la presenza di un piccolo corso d'acqua a regime torrentizio, potrebbero dare maggiori risposte sul curioso dolmen di Avola e la conformazione delle tombe sulla lastra superiore indirizza più a epoche storiche piuttosto che preistoriche.

Il possibile dolmen di Avola trova anche altri "parenti" nella parte centrale dell'isola, a Sciacca e Butera mentre più frequenti, sebbene non numerosi sono i cosiddetti "pseudodolmen", strutture funerarie individuate in alcune cave del sudest come ad esempio Cava dei Servi e Cava Lazzaro.

 

 

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